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Con una circolare del 29 gennaio 1944, a cui segue un sollecito tramite telegramma il 22 maggio successivo, la Prefettura di Asti chiede ai Comuni della provincia di segnalare i nominativi dei «cittadini sotto le armi alla data dell’8 settembre 1943 e la loro posizione attuale». Ai primi di giugno sono giunte risposte da 85 Comuni su 105; la documentazione è conservata presso l'Archivio di Stato di Asti, Fondo Prefettura, Archivio storico di Gabinetto, mazzo 1581.

Il quadro che emerge è complesso: la Prefettura non aveva dato indicazioni sulle categorie in cui censire i mobilitati e le risposte sono, quindi, le più diverse: ci sono Comuni che si limitano ad indicare genericamente il numero complessivo dei mobilitati all’8 settembre, altri che definiscono “smobilitate” le persone che sono rientrate a casa dopo l'armistizio; coloro che si sono arruolati nei corpi militari della Rsi vengono indicati come “trattenuti” o “alle armi”; rare le indicazioni relative alla categoria “alla macchia”, più numerosi quelli di cui “non si hanno notizie”. Consistente è il gruppo di coloro che, pur vivendo nelle loro case, risultano avere formalmente “regolarizzato” la propria posizione semplicemente segnalando in municipio la propria presenza in paese.

Tenuto conto di tali variabili, e del fatto che i dati si riferiscono a 85 comuni su 105, capoluogo escluso, quel che emerge in modo chiaro è il pesantissimo prezzo pagato alla guerra fascista: sui 13.466 mobilitati all’8 settembre censiti, ben 5.472 (il 40.6%) risulta essere prigioniero, internato in Germania o disperso; a questi occorre naturalmente aggiungere i 2.353 caduti astigiani del Regio esercito. I dati relativi a prigionieri, dispersi ed internati qui pubblicati sono stati digitalizzati dalla dott.ssa Francesca Somenzari nel corso di una ricerca cofinanziata dall'Israt e dalla Fondazione “G. Goria”.


1Non si sono rinvenute le risposte di Asti, Belveglio, Cellarengo, Celle Enomondo, Cortiglione, Loazzolo, Monale, Mongardino, Montaldo Scarampi, Piea, Piovà, Revigliasco, Rocca d’Arazzo, San Damiano, Vaglio, Valfenera, Vesime, Villafranca e Vinchio.